Vittorio Bellotti, PI
Email: vbellot@unipv.it
Tel: (+39) 0382 987189
Sito web: http://www.amyloidresearch.it
Vittorio Bellotti, PI, Professore Ordinario
Palma Patrizia Mangione, Professore Associato
Sofia Giorgetti, Professore Associato
Sara Raimondi, Ricercatrice
Francesca Lavatelli, Ricercatrice
Loredana Marchese, Post-Doc
Maria Chiara Mimmi, Post-Doc
Gugliemo Verona, Lecturer
Diana Canetti, Post-Doc
Valentina Mondani, PhD Student
Paola Nocerino, PhD Student
Alma Baruffaldi, Borsista
Le amiloidosi sistemiche sono patologie severe, in cui proteine umane perdono la struttura globulare nativa e si depositano sotto forma di fibrille extracellulari insolubili, danneggiando l’architettura e la funzione degli organi colpiti. Molte forme di amiloidosi sono legate all’età, e questo problema cresce progressivamente nelle società che invecchiano, come la nostra. I meccanismi che regolano l'insorgenza, la localizzazione anatomica e l’evoluzione della deposizione amiloide sono ancora poco conosciuti.
La nostra ricerca mira a chiarire i meccanismi molecolari responsabili della conversione fibrillare di proteine amiloidogeniche, nell’ottica di comprendere gli eventi che avvengono nell’ambiente fisiologico nelle principali forme di amiloidosi. A tale scopo ci avvaliamo di modelli sperimentali biocompatibili di complessità crescente, in vitro ed in vivo, ed esploriamo i fattori biologici che modulano la storia naturale della malattia, soprattutto interazione con componenti del microambiente, forze biomeccaniche, modificazioni post-traduzionali.
L'attuale attività di ricerca del laboratorio si concentra su:
- Transtiretina (TTR), responsabile di amiloidosi ATTR ereditaria (ATTRh) o associata all’invecchiamento (ATTRwt);
- β2-microglobulina (β2-m), responsabile di amiloidosi ereditaria o associata alla dialisi;
- Catene leggere immunoglobuliniche, responsabili di amiloidosi AL.
La ricerca del nostro gruppo si basa su tecnologie avanzate, incluse NMR, approcci spettroscopici e proteomici, e fra i sistemi specificamente sviluppati vi sono tessuti decellularizzati e modelli animali (in particolare ceppi transgenici di C.elegans per isoforme di β2-m, ed un modello murino per una variante patologica di TTR). Attraverso questi sistemi possiamo testare a livello preclinico potenziali strategie terapeutiche in corso di sviluppo.